Asili nido e privatizzazioni, i falsi alibi del Comune di Udine

Abbiamo appreso dalla stampa della decisione, adottata dal Comune di Udine, di esternalizzare la gestione dell’asilo nido pubblico di via della Roggia. Tra le cause di questa scelta, secondo quanto pubblicato dall’articolo, anche una presunta «fuga» dei lavoratori dagli asili nido e in particolare il fatto che dodici educatrici siano state dichiarate inidonee alla mansione da parte del medico del lavoro.

Nessun dubbio, a questo proposito, che il lavoro delle educatrici sia logorante dal punto di vista fisico, avendo esse a che fare con bambini di età  fino a 3 anni. Nessuna «epidemia», ma un problema manifestatosi nel corso degli anni e ben noto all’amministrazione comunale. In particolare dal dirigente e dai responsabili del servizio. L’enfasi con cui è stato posto il tema serve solo ed esclusivamente a mascherare la decisione, che è tutta politica, di esternalizzare un servizio che ha finora funzionato grazie alla buona volontà  e professionalità  di tutto il personale: sia quello in buone condizioni fisiche, sia gli altri, ai quali il medico ha peraltro riconosciuto l’idoneità  al lavoro di educatori, sia pure con limitazioni.
Come colpita da un fulmine a ciel sereno, e senza alcun confronto col sindacato, la Giunta comunale scopre soltanto ora che educatrici non possono più fare il loro lavoro, dimenticandosi peraltro che la dichiarazione di inidoneità  è conseguente alla richiesta, fatta dal datore di lavoro e quindi d’ufficio, di sottoporre le dipendenti a visita di verifica. Il sarcasmo con cui vengono descritte sulla stampa le lavoratrici dei nido è tale da far risultare le stesse come le responsabili della scelta di affidare ai privati la struttura di via della Roggia, mentre questa esternalizzazione, ufficializzata con la delibera 115 del 21 aprile 2015, era già  prevista dal dirigente competente nel Peg del 2013.
Quanto agli effetti della sentenza con cui la Corte Costituzionale, nel marzo 2014, ha annullato alcuni articoli della legge regionale 20/2010 nella parte in cui prevedeva deroghe alle norme nazionali in materia di assunzioni, va rilevato che già  nel luglio 2014 il Consiglio regionale ha approvato una nuova legge che risolve, almeno in parte, i problemi causati dalla sentenza. Proprio in virtù della nuova legge regionale la Fp Cgil aveva chiesto, a fine 2014, di procedere alla stabilizzazione di quattro lavoratrici in possesso dei requisiti: richiesta alla quale non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Considerato che l’amministrazione procederà  con appalto all’affidamento a un privato della gestione del nido, e nel ribadire la netta contrarietà  all’esternalizzazione, vigileremo con la massima attenzione sulla correttezza della procedura di affidamento, per evitare situazioni che possano produrre effetti negativi sul personale che andrà  ad operare nella struttura di via della Roggia
Roberto Boezio, Fp Cgil Udine