«Basta tagli ai pensionati»: i sindacati dal Prefetto

«Il ruolo che hanno avuto e continuano ad avere i pensionati e le pensionate, in questi anni, quali calmieratori sociali, spiega fortemente la necessità  che gli interventi in materia fiscale prefigurino il taglio delle tasse anche per loro. A questo riguardo riteniamo indispensabile una più convinta e concreta azione non solo a livello nazionale, ma anche sul piano regionale e locale». È quanto si legge nel documento consegnato questa mattina dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil al Prefetto di Udine, nell’ambito della mobilitazione nazionale indetta su fisco, pensioni e per la richiesta di una legge per la non autosufficienza, con centinaia di presidi indetti questa settimana a Montecitorio e in tutte le province, comprese Udine, Trieste, Pordenone e Gorizia. «Cgil, Cisl e Uil ““ si legge ancora nel documento ““ da tempo denunciano che la pressione fiscale in Italia è troppo alta ed in particolare per i lavoratori dipendenti e pensionati, che contribuiscono al gettito Irpef per il 94,8%».
Centrale, tra gli obiettivi dei sindacati pensionati, la richiesta di tornare a un sistema più equo di rivalutazione delle pensioni: tra blocco e tagli alla perequazione, infatti, la perdita accumulata dai pensionati a partire dal 2012 in termini di mancato adeguamento all’inflazione supera i 40 miliardi di euro a livello nazionale e un miliardo nel solo Fvg, dove sono quasi 150mila i pensionati che ne hanno subito gli effetti.  Ma il danno arriva a 80 miliardi, come certificano i bilanci Inps, considerando anche la riduzione degli accantonamenti previdenziali sui fondi pensionistici.
«Tra le urgenze ““ sostengono ancora i sindacati ““ si colloca sicuramente quella di una legge nazionale sulla non autosufficienza, adeguatamente finanziata, per affrontare concretamente il problema che costituisce uno dei grandi temi della nostra società  che coinvolge quasi 3 milioni di persone, in larga parte anziane, di cui oltre 100mila in Fvg, di cui 28mila non autosufficienti gravi. Si ritiene infatti che la risposta data finora dalle Istituzioni sia stata inadeguata, disorganizzata e frammentata sia nella spesa che negli interventi offerti da Stato, Regioni e Comuni scaricando così quasi interamente sulle famiglie l’onere dell’assistenza e alimentando le diseguaglianze tra chi riesce ad accedere ai servizi e chi no e tra chi si può permettere un’assistenza privata e chi no».
Ad aggravare le preoccupazioni dei sindacati in materia di sanità  l’approvazione del disegno di legge 70, che per Cgil, Cisl e Uil «punta sulla scelta sbagliata di aumentare il ricorso alle prestazioni dei privati e non lascia intravvedere soluzioni in grado di accelerare il processo di rafforzamento dei servizi territoriali, di innovazione del sistema e di integrazione tra sanità  e assistenza». In materia di sanità  la piattaforma unitaria chiede di «aumentare in modo progressivo il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, varare un piano straordinario di assunzioni, l’eliminare i superticket, garantire un accesso tempestivo, equo e appropriato alle prestazioni sanitarie, attraverso il governo delle liste di attesa, lanciare un piano nazionale di finanziamenti per la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle strutture e la riorganizzazione della rete dei servizi socio-sanitari territoriali in modo da garantire la continuità  assistenziale»