Infortuni, il caso di Udine è lo specchio di un’emergenza che si aggrava

«Il tragico infortunio di ieri a Udine è lo specchio di un’emergenza che nella nostra regione sta tornando ad aggravarsi, e che è anche l’effetto della precarietà  del lavoro e della frammentazione del ciclo produttivo». È quanto dichiara Orietta Olivo, responsabile sicurezza sul lavoro della segreteria regionale Cgil, nell’esprimere il cordoglio suo e dell’organizzazione ai familiari e ai colleghi di Andrea Mian, l’autista goriziano morto ieri a Udine mentre lavorava allo sgombero di un cantiere nell’area della sede Cafc di via Cotonificio.
«L’anno in corso ““ spiega Olivo ““ è purtroppo segnato da una recrudescenza del fenomeno infortunistico, dopo un lungo periodo caratterizzato invece da una costante discesa del numero degli incidenti denunciati. Il 2016 sta facendo segnare un incremento generalizzato dei casi denunciati, che interessa un po’ tutti i settori e tutte le province, con una punta del +12% a Gorizia». Tra gennaio e agosto, secondo la banca dati on-line dell’Inail, sono stati denunciati in regione 10.771 infortuni, 600 in più rispetto allo stesso periodo del 2015, con un incremento del 6%. Dodici i casi mortali registrati dall’Inail alla fine dello scorso mese, dato in linea con quello del 2015 (13 vittime), ma che andrà  purtroppo aggiornato ai casi mortali (già  2) verificatisi a settembre.