Rete elettrica, i dipendenti di E-Distribuzione incrociano le braccia anche in Fvg
Un «sostanzioso numero» di assunzioni, dopo un’adeguata ricognizione dei carichi di lavoro territorio per territorio, un piano di investimenti che riporti l’Italia al centro degli obiettivi di crescita del gruppo, impegni sul mantenimento in azienda delle attività principali, limitando il ricorso agli appalti. Sono gli obiettivi dello sciopero nazionale di quattro ore che giovedì (19 novembre) coinvolgerà i dipendenti di E-Distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce la rete elettrica in concessione dallo Stato, con 15mila dipendenti a livello nazionale e circa 300 in Friuli Venezia Giulia, «in stato di agitazione non per rivendicazioni di carattere salariale ““ spiegano i segretari regionali Andrea Modotto (Filctem-Cgil), Alfeo Lenardis (Flaei Cisl) e Salvatore Spinosa (Uiltec-Uil) ““ ma per denunciare il peggioramento delle condizioni all’interno dell’azienda e difendere un servizio pubblico fondamentale per questo paese, anche alla luce della transizione energetica in atto».
Reduci da un mese di blocco dello straordinario e da un fitto programma di assemblee, i lavoratori di E-distribuzione si fermeranno nelle prime 4 ore di giovedì (tutto questo, ovviamente, senza far venire meno i servizi essenziali). Contestualmente, dalle 8 alle 13, verrà organizzato un presidio dei dipendenti all’esterno del quartier generale regionale di viale Venezia a Udine (civico 407, nel tratto finale del viale per chi viene dal centro). «Sindacati e lavoratori ““ spiegano ancora Modotto, Lenardis e Spinosa ““ intendono denunciare il rischio che scelte sbagliate, anche sotto il profilo industriale, finiscano per favorire soltanto il business a scapito del servizio elettrico del Paese. Nonostante la carenza di personale, i lavoratori e le lavoratrici di E-Distribuzione si sono fatti carico di questo servizio essenziale, nel silenzio e nel disinteresse generale, in primis della politica».
I sindacati puntano il dito contro «l’abuso dello straordinario, con picchi di 900 ore annue, turni di reperibilità estenuanti e ripetuti, a scapito anche della sicurezza sul lavoro, come conseguenza di organici ridotti all’osso e della mancata programmazione dei carichi di lavoro, oggi non più sostenibili». Da qui la richiesta di un nuovo programma di assunzioni e di investimenti, «per garantire che la missione industriale di E-Distribuzione rimanga quella di garantire un servizio essenziale al Paese, invertendo un trend che dal 2015 al 2019 ha visto una riduzione di 3.900 posti nel confronto tra entrate e uscite e un progressivo calo degli investimenti sul territorio nazionale, che nel quinquennio sono stati di 2,4 miliardi, a fronte di 7,5 miliardi investiti all’estero».