Sanità , proteggere anche chi lavora negli appalti

Nella lotta che il Paese sta affrontando contro il Coronavirus in prima linea ci sono i tantissimi medici e operatori sanitari impegnati direttamente e senza sosta a fronteggiare gli effetti pesantissimi dell’epidemia. Accanto a loro però non vanno dimenticate le migliaia di lavoratrici e lavoratori di appalti di pulizia e sanificazione che operano negli ospedali, nei presidi sanitari e socio assistenziali e senza i quali non sarebbero garantite le condizioni igieniche che impediscono, negli ambienti più a rischio, il propagarsi del contagio. 
Ad oltre un mese dall’inizio dell’emergenza ancora troppi di loro sono esclusi dalle misure e dagli strumenti di protezione e prevenzione messi a disposizione del personale sanitario diretto. «È una situazione inaccettabile: le lavoratori e i lavoratori che puliscono e sanificano negli ospedali, nelle Rsa e nei presidi medici devono avere gli stessi dispositivi di protezione individuale degli operatori sanitari ““ dichiara Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil ““ per la loro salute, ma anche perché, se non correttamente protetti, formati e informati rischiano di essere fonte di contagio a loro volta, e di mettere a rischio gli standard di sicurezza complessiva dei luoghi nei quali operano». 
«Non è accettabile fare distinzioni tra lavoratori sulla sicurezza”, aggiunge il segretario della Filcams Fvg e della provincia di Udine Francesco Buonopane. «Anche nella nostra regione ““ aggiunge ““ la Filcams sta rilevando e denunciando un’insostenibile scarsità  e inadeguatezza di dotazioni di mascherine, guanti, camici, tute, nelle quantità  e qualità  richieste e previste dagli organismi tecnico scientifici, situazione da risolvere e che chiama in causa la responsabilità  delle imprese e dei committenti». La Filcams chiede a tutte le Regioni di includere le lavoratrici e i lavoratori degli appalti tra il personale sottoposto all’effettuazione dei tamponi e dei test sierologici, uniformando li trattamento tra personale diretto e lavoratori in appalto. Il sindacato punta il dito anche sulle aziende: «Non possiamo tollerare l’atteggiamento di molte aziende e cooperative degli appalti ““ conclude Buonopane ““ che sembrano interessate quasi esclusivamente in un’attività  di scarica barile nei confronti dei committenti sulla responsabilità  non tanto della sicurezza, sulla quale consideriamo inaccettabile qualsiasi forma di mediazione, ma sui relativi oneri aggiuntivi che si dovessero determinare».