Tortura, un crimine senza reato

Per Luciano Rapotez, il dirigente
Anpi morto lo scorso anno a Udine all’età  di 95 anni, fu la battaglia di una
vita. Combattuta davanti ai tribunali, e non solo, per vedersi risarcire i
danni delle torture con cui, nel 1955, gli venne strappata la confessione di un
omicidio mai commesso. Per questo Rapotez è diventato il simbolo di chi, come
lui, si batte per l’introduzione del reato di tortura in Italia, uno dei pochi
Paesi europei a non aver ancora approvato una legge in materia, come hanno più
volte denunciato gli esponenti di Amnesty international e di altre associazioni,
anche sulla scia del caso Regeni.
Sono questi i temi del dibattito
in programma alle 18 di domani, mercoledì 25 maggio, alla Cgil di Udine, in via
Bassi 36. L’iniziativa è del Sindacato pensionati Spi, che presenta il
libro”Luciano Rapotez, colpevole perché partigiano”, alla presenza dell’autore,
Diego Lavaroni, dei segretari provinciali Spi e Anpi, Daniela Vivarelli e Dino
Spanghero, e del consigliere comunale Mario Barel, che parlerà  degli ostacoli
che continuano a frenare l’iter della legge sulla tortura in Parlamento.