Fermare gli infortuni sul lavoro! L’allarme dei sindacati al Prefetto di Udine

La crescita degli infortuni mortali sul lavoro, che nell’ultimo anno ha coinvolto in modo pesante anche il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Udine, non è il frutto di tragiche fatalità. Dietro all’escalation – 22 morti in regione e 8 in provincia di Udine lo scorso anno, contro un dato rispettivamente di 10 e 3 nel 2022 – ci sono fenomeni sempre più diffusi come il dumping contrattuale, il ricorso esasperato ad appalti e subappalti e a partite Iva di comodo, la crescita del lavoro nero, le carenze su prevenzione, formazione, attività di vigilanza e ovviamente il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Criticità, queste, cui alcuni settori sono più esposte, in particolare l’edilizia, che non a caso si conferma quello con la maggiore frequenza di infortuni gravi e mortali, come quello di venerdì scorso a Firenze. È il quadro che i segretari generali di Cgil e Uil Udine Emiliano Giareghi e Luigi Oggi hanno esposto al Prefetto di Udine, nel corso di un incontro chiesto stamane nell’ambito della mobilitazione sulla sicurezza indetta a livello nazionale dai sindacati. Mobilitazione che ha visto aderire oggi, in provincia, le aziende del settore metalmeccanico e delle costruzioni, dove è stato proclamato uno sciopero di due ore a fine giornata o fine turno.

«Al Prefetto – hanno spiegato Giareghi e Oddo a fine incontro – abbiamo rimarcato in particolare i contenuti della piattaforma nazionale sulla sicurezza presentata nel 2021 dai sindacati confederali, che individua i principali fattori critici e prevede soluzioni adeguate alla portata di questa emergenza, a partire dalla piena agibilità per il ruolo dei rappresentanti sindacali per la sicurezza e da un rafforzamento dei controlli e degli organici dei servizi ispettivi, sia da parte degli uffici del lavoro che delle aziende sanitarie». Tra gli strumenti sollecitati dai sindacati anche l’introduzione di una patente a punti per le imprese sulla sicurezza, innovazioni che secondo Cgil e Uil potrebbero dare un significativo contributo alla riduzione degli infortuni.