Carta, la crisi si aggrava. Urgente un intervento del Governo

Si
fa sempre più preoccupante anche in regione la crisi dell’industria
della carta, della cartotecnica e della grafica. Alcune aziende hanno
già  chiuso i battenti, la maggioranza di quelle ancora attive ha
richiesto gli ammortizzatori, altre ricorrono all’uso delle ferie per
coprire gli stop produttivi, finché possibile. A mettere in ginocchio
anche questo settore, inutile dirlo, l’aumento smisurato del costo delle
materie prime e dell’energia, di cui risentono tutte le aziende, grandi
e piccole.
La
preoccupazione è che la crisi si estenda a cascata a tutte le altre
imprese della filiera, meno energivore ma dipendenti dalla materia prima
prodotta dalle cartiere. Anche per questo riteniamo sia giunto il tempo
di un intervento delle istituzioni, nazionali e locali: non è possibile
vivere di sussidi, e in assenza di misure strutturali per arginare il
rincaro dei costi produttivi le conseguenze sulla tenuta economica e
sociale sarebbero devastanti, innescando una spirale di crisi, stop,
chiusure, caduta dei consumi.
Purtroppo
il passaggio elettorale di questi giorni ritarderà , temiamo, gli
auspicati interventi governativi, rimandando possibili misure a favore
del manifatturiero in genere e di questo settore, che non si era fermato
un giorno durante la pandemia per continuare a produrre una materia
prima di primaria importanza.
Le
aziende che non hanno fermato la produzione sono poche, ma per quanto
tempo potranno continuare? Molti gli incontri avvenuti in questi giorni
con i principali gruppi cartari presenti in regione, ed altri sono già 
programmati, ma la situazione è di una generale insostenibilità  dei
costi, in Italia come nel resto d’Europa. A risentirne ovviamente anche i
prezzi, che inevitabilmente si riverseranno sull’indotto e sui
consumatori finali, con il rischio di paralisi per l’intera filiera.
Ecco perché diviene un intervento statale a sostegno del settore è ormai
improrogabile.
Riccardo Uccheddu
Coordinatore regionale Slc Cgil Fvg