Investire sul manifatturiero per sostenere la ripresa

«C’è un filo comune a legare i fronti di crisi che hanno caratterizzato lo scorcio finale del 2018. La carenza di fiducia e di investimenti sul nostro tessuto economico e in particolare sul manifatturiero». È con queste parole che il segretario generale Villiam Pezzetta dà  voce alle preoccupazioni della Cgil per un anno che incomincia con segnali contrastanti: da un lato i sintomi di ripresa che hanno caratterizzato tutto il primo semestre del 2018, dall’altro il perdurare di incertezze su alcune delle principali realtà  del manifatturiero, dalla Ferriera di Servola alla Snaidero, dal triangolo della Sedia ai distretti della componentistica e del mobile, cui si sommano i nuovi segnali di crisi che provengono da comparti in salute come l’agroalimentare, con il concordato del gruppo Kipre (Principe e Duke). «Tutto questo ““ aggiunge Pezzetta ““ in un quadro generale che resta sì caratterizzato da un andamento finalmente positivo delle assunzioni, ma anche da una crescente precarizzazione del mercato del lavoro, trasversale a tutti i comparti, e da una perdurante crisi dell’occupazione giovanile».
«In diversi settori siamo in presenza di una dinamica occupazionale positiva, in particolare al comparto siderurgico e della meccanica, in special modo per le aziende più votate all’export, anche se negli ultimi mesi si sono manifestati segnali di rallentamento degli ordini e se destano preoccupazioni possibili spinte alla delocalizzazione, come ha dimostrato la recente vicenda della Dm Elektron». Questa la fotografia scattata dal segretario generale della Cgil di Udine Natalino Giacomini. «La stessa edilizia ““ prosegue Giacomini ““ evidenzia i primi segnali di una lieve ripresa in termini di occupati e ore lavorate, anche se partiamo da numeri dimezzati rispetto al 2008, per cui è difficile parlare di crisi superata: un ruolo decisivo per il rilancio del settore, oltre alle grandi opere, lo giocheranno anche gli appalti dei Comuni e gli interventi di messa in sicurezza del territorio, fondamentali in particolare nell’area montana. Per quanto riguarda il legno-arredo, le maggiori preoccupazioni riguardano il Manzanese e il futuro della Snaidero, che ha affidato il suo rilancio a un piano industriale accompagnato, lo ricordiamo, dalla dichiarazione di cento esuberi».