Sanità , manifatturiero, lavoro: la specialità  regionale alla sfida con il futuro

«Dopo
sessant’anni, forse è giunto il momento di riscrivere il nostro Statuto
regionale, per declinare una nuova idea di specialità  e rivendicare
nuove competenze in settore cruciali che non esistevano nel 1963». È la
sfida che ha lanciato a istituzioni e società  civile del Friuli Venezia
Giulia la presidente della Commissione paritetica Stato-Regione Elena
D’Orlando, intervenuta a un convegno su autonomia speciale e autonomia
differenziata tenutosi questa mattina a Udine, a palazzo
Antonini-Belgrado, su iniziativa della Cgil. Politiche ambientali,
sviluppo sostenibile, ricerca, welfare sono alcune delle materie su cui
D’Orlando ritiene possibile un maggiore protagonismo della regione,
nella prospettiva di una specialità , ha aggiunto la presidente della
paritetica, «che sia espressione di una comunità  e un’identità 
condivisa, e non oggetto di contesa tra la maggioranza e l’opposizione
di turno» 
LE
SFIDE DELLA SPECIALITÀ Al centro dell’intervento di D’Orlando anche un
bilancio sulla gestione dell’autonomia speciale da parte del Friuli
Venezia Giulia. Tra le note dolenti lo scarso coraggio sul fronte delle
norme di attuazione dello Statuto e delle competenze in materia di
minoranze linguistiche, tra quelle positive la gestione della finanza
locale e dei rapporti finanziari con lo Stato, grazie a «un’assunzione
di responsabilità  che ha visto la nostra Regione assumere la piena
autonomia finanziaria anche nella gestione e nel finanziamento del
sistema delle autonomie». Positivo anche il giudizio sull’ipotesi di un
ritorno all’elezione diretta degli organi di governo degli enti di area
vasta, dopo l’esperienza delle Uti, «che pur avendo aspetti positivi,
poneva un problema di mancanza di controllo dei cittadini sui propri
rappresentanti». 
SANITÀ
AL COLLASSO È sul fronte dell’economia e del welfare, però, che la
specialità  ha cessato di essere un motore di sviluppo per il Friuli
Venezia Giulia. È su questo punto dell’analisi di D’Orlando che si è
innestata la critica della Cgil, affidata al segretario generale della
Camera del lavoro di Udine Emiliano Giareghi. «Il Fvg”“ ha dichiarato il
numero uno della Cgil friulana ““ ha competenze superiori a quelle delle
regioni ordinarie e in questi ultimi anni anche una quantità  di risorse
mai avute a disposizione in passato, come gli oltre 3 miliardi destinati
alla salute e alle politiche sociali nella legge di stabilità  per il
2024. Eppure abbiamo un servizio sanitario pubblico prossimo al
collasso, nel quale le persone sempre più spesso non trovano risposte
adeguate al proprio diritto alla salute, e i settori del manifatturiero
che registrano migliaia di occupati in meno. Nonostante questa crisi
dell’industria, la Giunta non solo gestisce come peggio non avrebbe
potuto il possibile insediamento dell’acciaieria a San Giorgio di
Nogaro, ma pare quantomeno distratta, senza una visione, se non
addirittura indifferente». 
MANIFATTURIERO
DIMENTICATO Concetti, quelli espressi da Giareghi, ribaditi dal
segretario regionale Cgil Villiam Pezzetta, convinto che tra le sfide
della specialità  ci sia anche quella di difendere le eccellenze del
mostro manifatturiero, «perché terziario e turismo non possono essere
l’unico motore di sviluppo». Sotto accusa la mancanza di politiche
industriali, tema centrale delle riflessioni dell’economista di Rilancia
Friuli Fulvio Mattioni: «I dati ““ ha detto ““ci parlano di una realtà  in
cui i nostri giovani scappano all’estero, di un Friuli sempre meno
attrattivo anche per gli immigrati, di una manifattura ostracizzata, di
un turismo che a parole è un settore chiave, ma che ha visto l’ultima
riforma regionale nel 2005». 
MORETUZZO:
SALARIO MINIMO NEGLI APPALTI FVG Critiche anche sulla qualità  della
classe dirigente, tema affrontato sia da Gino Dorigo, storico leader del
movimento sindacale friulano, sia da Massimo Moretuzzo, consigliere
regionale del patto per l’Autonomia: «Riscrivere lo Statuto? Se la
classe dirigente è quella attuale, e non mi riferisco solo alla
politica, meglio lasciarlo così com’è», ha dichiarato il candidato
presidente del centrosinistra alle ultime elezioni, puntando il dito
sulle ultime manovre di assestamento. «Tra luglio e ottobre ““ ha
aggiunto Moretuzzo ““ avevamo a disposizione 1,5 miliardi, che non sono
stati utilizzati sui temi strategici. Intanto nelle casse dei comuni
restano fermi 700 milioni già  destinati a opere cantierabili, non
abbiamo progetti su temi fondamentali come la riqualificazione
energetica degli edifici o i rapporti tra le nostre mense scolastiche e
la filiera agroalimentare locale». Tra le proposte del consigliere
regionale anche un “patto” per l’introduzione del salario minimo nel
sistema degli appalti, materia su cui la nostra Regione ha competenza
esclusiva: «Inaccettabile ““ ha detto Moretuzzo ““ che nell’ambito dei
servizi pubblici possano esserci lavoratori con salari netti di 3,68
euro l’ora, come accade nei musei triestini». 
AUTONOMIA
DIFFERENZIATA E PREMIERATO, LO STOP DELLA CGIL Ad affrontare il nodo
del lavoro povero anche il segretario confederale della Cgil Christian
Ferrari, nel suo intervento conclusivo, dedicato anche all’imminente
sciopero generale proclamato dalla Cgil e dalla Uil contro la
Finanziaria presentata dal Governo. «La Cgil ““ ha spiegato Ferrari ““ ha
già  dato luogo a una grande manifestazione, il 7 ottobre a Roma, per
mettere al centro un’idea di democrazia e di costituzione che va in
direzione contraria rispetto alle scelte dell’attuale Governo, ai
contenuti della Finanziaria, alla filosofia del ddl Calderoli
sull’autonomia differenziata e al disegno di premierato, progetti il cui
combinato disposto mette in discussione la Costituzione nata dalla
Resistenza. La nostra carta costituzionale non va stravolta né
modificata, va semplicemente attuata: il problema, infatti, non sono i
suoi contenuti, ma la distanza tra quei contenuti e le condizioni reali
del Paese su lavoro, sanità , fisco, pensioni: l’impegno della Cgil è
continuare a lottare per colmare quella distanza».